C’è un tipo di pittura che è evocativa nel concetto ma non nelle forme che costituiscono l’opera. E’ il caso di certe istallazioni che hanno preso le mosse dai movimenti DADA e Pop. Esclusa la musica che è evocativa nella sua essenza, l’arte figurativa degli anni ’60 e ’70 si contraddistingue per una cifra comunicativa che si connota di un personalismo preciso e intrisa delle proiezioni psichiche e psicotiche dell’artista, un personalismo del tutto avulso dal voler coinvolgere l’osservatore. L’opera d’arte comincia con l’esternare i moti dell’anima o semplicemente dell’istinto, senza che siano messe nell’economia dell’ispirazione e della restituzione dell’opera i dati necessari per un intento dialettico che possa permettere al fruitore dell’opera di interagire coinvolgendosi in un messaggio preciso e diretto a priori per chi guarda. Maria Di Terlizzi, in arte Maraiadi, ricompone i moti dell’anima come principi ispiratori per realizzare delle opere che hanno come primo scopo il dare voce e immagine a quella scintilla divina che diede principio ad ogni cosa e che quindi si realizza per condizione naturale nell’essere comunicativa subito, nell’immanenza del suo essere immagine. Quest’artista dipinge mandala, ma se questo simbolo fin dai primordi della storia dell’uomo rappresenta l’Universo in una costruzione geometrica, “il cerchio eterno” che riconduce l’uomo al Creatore, al Divino, per Maraiadi, il Mandala è invece partenza e arrivo di un’immagine che diviene quod contemplationis, oggetto della contemplazione. Non è più varco, quindi, in cui l’uomo s’immerge per ritornare al luogo da dove è venuto, i Mandala di quest’artista non inducono a riscoprire quella scintilla che dal caos primordiale creò il cosmo, tutto questo è solo un percorso parallelo quasi o del tutto indiretto. Per Maraiadi la contemplazione del suo Mandala incomincia con l’ispirazione, poi con la costruzione della figura e termina con i colori. La cromaticità in quest’artista è la summa simmetria, completa ed esalta il disegno. I colori mitigano la rigidità delle figure geometriche e se ne percepiscono pertanto i valori antropologici legati ai simboli ancestrali: il quadrato è la fortezza, la capacità di donare protezione e difesa, il cerchio invece equilibra la staticità sia del poligono che quella dei triangoli sottointesi dalle figure inscritte. Geniale è la capacità di organizzare tonalità e figure geometriche, quasi che ogni configurazione dipinta non fosse altro che l’unione di più entità, le quali nel dipinto vanno a formare l’uno. Ho visto persone cercare particolari nei bordi, altre che alla mostra si perdevano nei cerchi che, all’interno della configurazione, si trasmutavano in spirali. Quest’artista ha il pregio di chi sa dire cose importantissime con la semplicità e la verità del bimbo, di chi non sente il tempo che passa, perchè in effetti poi, che tempo ha un sentimento? E quanti secondi dura l’eternità di un’emozione? Maria di Terlizzi in un’epoca di afonia e atonia dei sentimenti ci propone la sua via, beato chi trova il coraggio di un bimbo e per quel cammino si avvia.
Alberto D’Atanasio
Docente M.I.U.R. di Storia dell’Arte e Semiologia dei Linguaggi non verbali
“EVOLUZIONI SIMBOLICHE DAI TONI ESSENZIALI POPOLANO IL SUPPORTO DI MARIA DI TERLIZZI IN ARTE MARAIADI. SEGNI CHE VOLUTAMENTE SEMPLICI SUPPORTANO UN’ESPRESSIVITA’ PREZIOSA, INNATA,INTRISA IN UN TALENTO ESTETICO NOTEVOLE E SUPPORTATO DA UNA TECNICA ABBASTANZA AFFINATA E VALIDA.” Dott.DINO MARASA’ storico e critico dell’Arte
CRITICA PER L’OPERA “VINCITORI E VINTI NELL’ETERNITA’ DELL’AMORE”
Acr.su tela e juta 70×100 cm.
NELL’OPERA RAFFINATA E SIMBOLICA CHE ATTRAVERSO LA POESIA DI COLORI CHE ANCHE SULLA JUTA MANTENGONO LA LORA DELICATEZZA, SI RACCHIUDE UN ALTO CONTENUTO SPIRITUALE: LA CONVINZIONE DELL’ARTISTA CHE NEGLI SPAZI SENZA CONFINI, LASSU’ NELLA LUCE, SARA’ PER SEMPRE L’AMORE A TENERE UNITI I VINTI E I VINCITORI.
Prof. MARA FERLONI (critico d’arte)
COMPOSIZIONE ARTISTICA DAL BEL GUSTO GEOMETRICO CHE SI RIVELA IN UNA SERIE DI SIMBOLI DI VOLUTA SERENITA’ DAI COLORI CHE INVITANO A LEGGERE QUASI PER GIOCO LA VOLONTA’ LINGUISTICA DELL’ARTISTA.
Arch. BARBARA RIGHETTI
RICONOSCIMENTO CONFERITO ALL’ARTISTA “MARAIA DI” PER IL SUO EFFICACE TALENTO COMPOSITIVO E LA PADRONANZA DELLA TECNICA A DIMOSTRAZIONE DI UNA GRANDE E AFFERMATA PERSONALITA’ ARTISTICA.
Dott.SANDRO SERRADIFALCO
L’ARTISTA MARIA DI TERLIZZI, IN ARTE “MARAIA DI” ESPLORA CON LA SUA ARTE ASPETTI DIVERSI DI UNO STILE PERSONALE. PER LE OMBRE UTILIZZA PER LO PIU’ ALTRI COLORI E NON UNA VERSIONE PIU’ SCURA DELLO STESSO. QUESTO DONA ALL’OPERA UN EQUILIBRIO INCANTEVOLE. DI ISPIRAZIONE NAIF DONA ALL’OSSERVATORE LA GIOIA DI UN FANTASTICARE ACCESO E SPENSIERATO. LA SUA STRUTTURA COMPOSITIVA, ROMANTICA, VA BEN OLTRE LA FORMA, CREANDO UNA COMPOSIZIONE EQUILIBRATA E DI GEOMETRISMI CHE CATTURANO. UN CROMATISMO VIVACE CON COLORI PURI ISPIRATI DALLA POESIA E CHE TRASMETTONO UN’INTENSA EMOZIONE.
DOTT. MARIA FILOMENA TETESI
PREMIO “ARTISTA PER LA PACE” MARAIA DI, PSEUDONIMO ADOTTATO DA MARIA DI TERLIZZI, E’ UN’ARTISTA DALLO STILE COMPLESSO E VIVACE, DALLO STILE CONTEMPORANEO ED ASTRATTO, DAL GUSTO RAFFINATO ED ELEGANTE. INFATTI LA SUA ARTE E’ UNA FINESTRA SUL CIELO, INOLTRE I SUOI COLORI TENUI, CHE INCANTANO E IPNOTIZZANO, SANNO TRASMETTERE L’IDEA DELL’INFINITO. L’ARTISTA RIESCE A DARE IL MASSIMO DELL’ESPRESSIONE IN OGNI SUO QUADRO, COSICCHE’ OGNI OGGETTO DISEGNATO E’ TRIDIMENSIONALE E SEMBRA PRENDERE FORMA SULLA TELA. IL TOCCO DI PENNELLO E’ MOLTO DELICATO, LO STILE RISULTA ORIGINALE. IN BREVE CHI OSSERVA LE OPERE DI MARIA DI TERLIZZI QUASI SI ISOLA IN SILENZIO IN UNO SPAZIO SPIRITUALE, RITROVANDO LA PROPRIA OASI ED ASCOLTANDO LA VOCE DEL PROPRIO CUORE, CON UNO SGUARDO PIENO DI SPERANZA VERSO IL FUTURO.
DOTT.SSA SILVIA SARINELLI CRITICO D’ARTE